48 Ore di te


Mon Cherie Bru, mia cara Bru,
Immobile. La città era deserta, tutti erano rintanati in casa come topolini con i gatti appostati fuori dall'uscio.
La sede del poter europeo era sotto lo scacco dei così detti terroristi, per me solo pazzi egoisti. Ma a noi andava bene così. Ne approfittammo per fare l’amore: 48 ore tra rossi arazzi, cuscini neri e soffici, divani dove giocare e letti cigolanti e indiscreti.

Noi uscimmo per spezzare il momento e per mostrare coraggio ovvero avere paura ma affrontarla con consapevolezza. L’essere umano ha paura quando teme di perdere la cosa che le è più cara ma noi avevamo noi stessi e nessuna paura di perderci.
Poi arrivò la pioggia sottile di Novembre che come la Dea ci riaccompagnò al nido protetto e incantato. E lì chiamò Bacco con un amabile Pinot grigio trentino ed Edith Piaf per cantarci “Les amants d’un jour”. E cominciammo a canticchiarla insieme. E spendesti ore a farmela imparare, a me che il francese non lo sapevo pronunciare. La cantammo forte per far sentire a tutti che eravamo vivi, ubriachi e innamorati.
Il tempo sembrava non passare e allora ci sedemmo a guardare un film  in italiano “La grande bellezza”. E stavolta io ti aiutai. D’un tratto bastò una carezza per spegnere il televisore ed accendere la passione.
Arrivò la sera e mi accompagnasti all’areoporto con magone e comprensione, sapendo che sarebbe stata l’ultima volta. “Non Je ne regrette rien” mi dicesti. E nemmeno io.
Adieu ma cherrie. Tu es belle ma Bruxelles.
Addio mia cara. Bruxelles, tu sei bella.
28.02.2020                       il tuo N.G.G.
PS
Questa stessa casa, anni dopo, sembra uguale a prima solo più ricca dei tuoi viaggi e delle tue esperienze. Tutto racconta di te e della tua bellezza: i camini murati, simbolo di un maestoso passato, la libreria all'angolo, piena di Lonely Planet di luoghi lontani e di fotografie, lo specchio con la cornice dorata, imponente sopra il camino, la statuetta dell’indiana Kalì, la candela di Buddha.E infine attraverso la grande finestra si vede il giardino nascosto e incantato, l’angolo di pace dove ti rifugi tornata dai tuoi viaggi a fumare la tua sigaretta e a pensare ai tuoi viaggi passati e futuri.

E ora che scrivo queste parole seduto sulla poltrona di fronte al divano, teatro della nostra passione, mi sembra di rivivere quei momenti e gustare di nuovo i nostri baci e sentire il rumore dei nostri corpi timidi strusciarsi. Non abbiamo tante cose in comune ne tanti oggetti ma l’importante è collezionare ricordi, se possibile, belli.

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