ANNARELLA PUO' SPERARE


Seduta accanto al fuoco ad aspettare


monica bellucci | Beta ConAnnarella sta pensando
a quando potrà tornare.
Aveva sedici anni
E viveva in una capanna
Di legno freddo e con pochi panni.
Venne un uomo con un abito nero
Distinto ed elegante
a parlare con lo zio,
fratello, padre ed amante.
Non bastò un solo diamante;
Per lei ce ne volle uno
Per ogni possibile cliente.
Annarella viaggiò per ore ed ore.
Uno, cento e mille  
conobbe e dimenticò di uomini
Che poi penitenti
si vergognaron davanti a Dio,
alle mogli e ai lor parenti.
A tutti offrì lo stesso fiore
Con professionalità e severo
Rigore.
Quando poi venne l’autunno
finalmente arrivò il suo turno.
Come la foglia giallognola e secca
cade dal ramo spoglio
Così la donna lasciò
la strada con orgoglio.

Annarella torna a casa.
La villa dello zio
Trova chiusa,
bussa allora alla porta del suo primo
amore:
“Non mi interessa il tuo fiore consumato.
Voglio una donna non un oggetto usato.”
Annarella è di nuovo in strada.
Nel freddo inverno draculiano
Seduta accanto al fuoco aspetta  
Persa, speranzosa e stanca.
Arriva un uomo in una macchina
Trasandata e schiva
E con merletti bianchi e tulipani
La porta in chiesa con i suoi cari.  
Annarella diventa mamma.
E poco dopo arriva un uomo vestito
Di nero, distinto ed elegante,
che le offre un assegno
senza nome e poco importante.  
Annarella diventerà nonna.
Nella capanna calda e soleggiata
Tesserà la vecchia tela 
Dai mille nipoti abbracciata 
Seduta accanto al fuoco ad aspettare. 

Note: Quella di Annarella è una storia vera (di “deandreana” memoria eppure sincera) ma nei libri di storia non corre fiera.
Il mondo preferisce non guardare, ama seguire le storie degli influencers e di false rivoluzioni femministe, senza prestare attenzione alle storie di chi non può parlare.
Dedicato alle donne vittime della violenza e della pazzia dell’uomo.
                                    21.03.20

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